CINA CLASSICA E SEGRETA

LA TIGRE E IL DRAGONE

25 MAGGIO – 8 GIUGNO 2026 / 15 giorni – 13 notti

Scadenza opzione: 19 Dicembre 2025

Nel paese travestito da continente, dove la misura dell’uomo si perde nell’immensità della storia, l’armonia è sempre il risultato di sollecitazioni contrapposte. La Cina vive di antitesi che si fronteggiano in un eterno gioco di ossimori, la forza serena, la grazia tumultuosa, l’urlo silenzioso. La Cina è un mondo che si piega senza spezzarsi, lentamente, come il bambù sotto la pioggia.
Dall’Henan, dove la nebbia avvolge i templi delle antiche capitali e il passo dei monaci si confonde con quello del vento, fino alle metropoli verticali dove la Cina non indugia in attesa del sole dell’avvenire, e dove il futuro, appena tradotto in acciaio e luce, è già sorpassato, il gesto non è mai mera azione, ma dialogo continuo tra immobilità e movimento, meditazione in progress.
Il kung fu è la dimostrazione plastica di questo equilibrio chimerico, un’esplosione di non violenza nell’interpretazione del ritmo dell’avversario. In ogni movimento del corpo si sedimenta un pensiero antico, in ogni colpo esplode un atto di misura. Il kung è un’arte, l’arte di piegare il tempo al proprio respiro.
Ovunque in Cina, all’alba, nei cortili, tra gli alberi di giada e i tigli spogli nelle piazze, gli anziani tracciano nell’aria i segni invisibili del tai chi, combattendo un avversario immaginario con il movimento ritmico guidato dal proprio respiro.
Ecco, la Cina è questo respiro. Compresso, trattenuto e guidato verso il traguardo. La Cina è una terra dove la forza si nasconde nella calma, nella tigre che è dentro di lei, dove il gesto più piccolo può contenere il mondo intero.
Attenti al gong!

1° giorno, lunedì 25 maggio 2026: Milano > (Zhengzhou)
Ritrovo dei signori partecipanti in giornata all’aeroporto di Milano Malpensa, disbrigo delle formalità d’imbarco e doganali e imbarco sul volo diretto Junehao Airlines HO 1668 delle 22h15 per Zhengzhou.

2° giorno, martedì 26 maggio 2026: Zhengzhou
Arrivo a Zhengzhou previsto alle 14h45 locali, dopo 10h30’ di volo. Disbrigo delle formalità di sbarco e immigrazione, incontro con la guida nazionale parlante italiano e trasferimento in hotel per la sistemazione immediata nelle camere riservate.
Cena in hotel.
Zhengzhou. Nel cuore dell’Henan, dove la Cina è più antica e più futura insieme, sorge Zhengzhou, città senza memoria apparente, eppure costruita sopra una delle più antiche memorie del mondo. Qui, nella pianura del Fiume Giallo, nacque la civiltà cinese, e ogni zolla di terra nasconde reperti, dinastie, ceneri, voci delle capitali perdute. Sopra questo archivio millenario, oggi si alzano grattacieli, tangenziali, centri commerciali e una luce artificiale che di notte pare un’alba al contrario. Un luogo dove il passato e il futuro si sfiorano senza toccarsi, come i combattenti di kung fu in guardia.

3° giorno, mercoledì 27 maggio 2026: Zhengzhou > Dengfeng > Zhengzhou > Pechino
Pensione completa. Partenza per Dengfeng (92 Km, 1h45’) e visita del tempio Shaolin dove è nato il kung fu. Nel pomeriggio spettacolo-esibizione di arti marziali. Rientro alla stazione di Zhengzhou (116 Km, 2h) in tempo utile per la partenza del treno ad alta velocità G54 delle 19h09 per Pechino. Cena con cestino durante il trasferimento in treno.
All’arrivo, previsto alle 21h44, dopo 2h35’, trasferimento in hotel per la sistemazione immediata nelle camere riservate.
Dengfeng. La città, cuore spirituale dell’Henan e forse della Cina intera, si trova ai piedi di uno dei cinque monti sacri della Cina. Dengfeng è il centro del mondo secondo i cinesi antichi, il punto dove il Cielo incontra la Terra. Intorno, come petali attorno al fiore, si trovano templi taoisti e pagode buddiste, osservatori astronomici e sale di preghiera.
La città affida la sua leggenda al tempio Shaolin, dove nacque il kung fu. Lì, fra tigli e pini, monaci guerrieri si muovono con la precisione di un pensiero, ogni colpo è un atto di equilibrio, ogni salto un frammento di filosofia.
Nel silenzio ritmato dai colpi sul legno, s’insegna che il kung fu non è mai stato un’arte di guerra, ma un metodo di conoscenza, dove il corpo diventa pergamena, il respiro calligrafia.
Dengfeng è una soglia tra terra e cielo, ogni gesto, ogni suono, ogni respiro ha la misura di un rito. La città vive tra il trascendente dei templi e la disciplina dei corpi che si allenano all’alba, quando la nebbia scende sulle corti come un mantello di meditazione, con il vento che sembra sussurrare l’eterna lezione. La vera potenza è calma.

4° giorno, giovedì 28 maggio 2026: Pechino > Mutianyu > Pechino
Pensione completa. Mattinata dedicata alla visita alla Grande Muraglia a Mutianyu (95 Km, 2h). Nel pomeriggio rientro a Pechino (95 Km, 2h) per la visita del Palazzo d’Estate. Cena a base di anatra laccata alla pechinese.
Grande Muraglia. Un respiro di pietra lungo tremila anni, la Grande Muraglia serpeggia tra montagne e deserti, tra pianure e abissi, come un pensiero contorto. La Grande Muraglia non separa, contiene e misura l’immensità della Cina, trattiene la sua paura e il suo orgoglio.
Una delle sette meraviglie del mondo, è il maggiore progetto difensivo dell’antichità eretto nel periodo di tempo più lungo. Costruita, distrutta e ricostruita dinastia dopo dinastia, segue la geografia come un animale antico, adattandosi alle colline, scomparendo nelle nebbie, riemergendo all’improvviso in cima a un crinale, dove il vento suona come un flauto. Ogni pietra è un segno di fede nella permanenza.
All’alba, quando il sole filtra tra le torri di guardia e la bruma si dissolve, i mattoni si scaldano, l’aria vibra, e il silenzio ha la densità della storia. È come camminare sul dorso di un drago addormentato, sentire sotto i piedi la forza di un impero che non voleva finire.
Anatra laccata. Simbolo di Pechino e, in fondo, della Cina intera, l’anatra laccata è più di un piatto, è una cerimonia, un compendio di tecnica culinaria. Nulla in questo piatto è improvvisato. Si inizia soffiando aria tra pelle e carne per separarle con precisione chirurgica, poi l’anatra viene spennellata di miele e spezie, lasciata ad asciugare appesa, lucida come una lacrima d’ambra, infine arrostita lentamente nel forno a legna, dove il grasso cola e la pelle si tende come seta incandescente.
Quando esce dal forno è un gioiello d’alchimia, una scultura di color del rame che racchiude insieme croccantezza e morbidezza, dolcezza e fumo. L’arte sta nel taglio, cento fette sottili, come pagine di un racconto gastronomico antico, arrotolate e servite con piccole crêpe, cipollotto e salsa dolce di fagioli fermentati.
Nell’anatra laccata si riconosce la filosofia cinese del gusto, equilibrio, precisione, rispetto degli ingredienti. Mangiare l’anatra laccata è un rito di lentezza e di pazienza, un modo per comprendere che la perfezione è sempre il frutto del fuoco controllato.

5° giorno, venerdì 29 maggio 2026: Pechino
Pensione completa. Intera giornata di visite a Pechino. Piazza Tian An Men, la Porta della Pace Celeste, l’immensa spianata dove il 1° ottobre 1949 il Presidente Mao proclamò la fondazione della Repubblica Popolare; qui sorgono importanti monumenti che testimoniano la storia contemporanea del Paese: il Monumento agli Eroi del Popolo, il Mausoleo di Mao Zedong, il Museo Storico Nazionale ed il Palazzo dell’Assemblea del Popolo ovvero il Parlamento. La visita alla Piazza è panoramica, nessun ingresso è incluso. Visita alla Città Proibita, sul lato nord della piazza, fino al 1911 riservata esclusivamente all’imperatore e alla corte, oggi grande museo all’aperto. Pranzo presso una famiglia locale a Hutong. Nel pomeriggio visita al Tempio del Cielo, dove gli imperatori delle dinastie Ming e Qing tenevano cerimonie sacrificali per invocare la tempestività di vento e pioggia e la pace sotto il Cielo.
Pechino. Città imperiale e modernissima, capitale di tutte le contraddizioni della Cina, Pechino è il cuore del dragone. Letteralmente il nome Beijing significa capitale del nord. Dal 1928 al 1949 la città fu rinominata Beiping, pace settentrionale, sostituendo l’elemento jing, capitale, perché il governo del Kuomintang spostò la capitale a Nanchino, Nanjing, capitale del sud.
Popolarmente è anche detta Yanjing, in riferimento all’antico stato Yan della dinastia Zhou. Durante la dinastia Yuan, Pechino era conosciuta come Khanbaliq, come riferito anche da Marco Polo. Fu Yongle, terzo imperatore Ming che nel 1403 rinominò la città Beijing. Durante questo periodo furono eretti la Città Proibita e il Tempio del Paradiso. L’odierna Piazza Tienanmen, simbolo della Repubblica Popolare Cinese, risale al 1651.
Fuori dal perimetro sacro, la città corre. I boulevard tagliano gli antichi quartieri sopravvissuti e la modernità s’innalza in torri di vetro che riflettono il tramonto e le luci del traffico. Pechino vive nella contraddizione tra la compostezza severa del passato e l’impazienza sfacciata del presente, tra il tè e la velocità, tra il gesto meditato e la folla che preme ai semafori.
La guida Lonely PlanetTM include molti luoghi e attrazioni di Pechino tra i dieci must see di una vita: l’Orologio con automa che scrive ideogrammi nella Città Proibita tra gli orologi e calendari più originali del mondo, il Nido d’Uccello tra gli stadi più straordinari, il mercato notturno di Donghuamen tra i luoghi più irresistibili per i gourmet, la Città Proibita dal Parco Jinshan tra i panorami più straordinari, il Bookworm tra le librerie più importanti, il Palazzo d’Estate tra i giardini più splendidi, lo Space 798 tra i luoghi testimonianza del socialismo reale, il tempio Dongyue tra gli edifici più inquietanti.

6° giorno, sabato 30 maggio 2026: Pechino > Datong
Pensione completa. Dopo la colazione con cestino, trasferimento con il treno ad alta velocità G2531 delle 8h20 per Datong. All’arrivo, previsto alle 10h06, dopo 1h46’ visita della città con il Tempio Shanhua e il Muro dei Nove Draghi. Nel pomeriggio visita delle Grotte di Yungang, scavate durante la Dinastia Wei, tra il 460 e il 525, che rappresentano l’eccellenza dell’arte rupestre buddista in Cina. Al termine trasferimento in hotel, sistemazione nelle camere riservate, cena e pernottamento.
Datong. Città fondata intorno al 200 a.C. durante la Dinastia Han, all’estremo nord della provincia dello Shanxi, Datong è nata come città di frontiera, un presidio militare ai margini dell’impero cinese, affacciato sulle steppe che portano alla Mongolia. La sua storia è segnata dal passaggio di eserciti, mercanti, pellegrini, un luogo dove la cultura Han e il mondo nomade si sono incontrati e spesso scontrati. Durante la dinastia Wei del Nord, nel V secolo, Datong fu capitale imperiale, e da quella stagione restano tracce di un fervore religioso che portò monaci e artigiani a scavare nella roccia templi e statue, come se la montagna stessa dovesse pregare.
Nei secoli successivi la città visse di carbone, che ne annerì le case e le fortune. È stata una delle capitali industriali della Cina, simbolo del lavoro pesante e del fumo delle ciminiere, poi lentamente riconvertita, cercando di restituirle un volto più antico. Datong è un luogo dove la polvere del carbone si mescola alla polvere della storia, nel confine indefinito tra autenticità e simulacro.
Grotte di Yungang. Antico sistema di caverne-templi nei pressi di Datong, nella provincia dello Shanxi, scavate sul versante meridionale del monte Wuzhou durante, fra il 460 e il 525.
Le Grotte di Yungang sono un archivio di pietra in cui si può leggere un momento raro, l’incontro tra l’arte indiana del Buddhismo e la sensibilità cinese Wei. Furono scavate nel V secolo, quando la dinastia Wei del Nord aveva fatto di Datong la sua capitale, e la fede buddhista era divenuta lingua politica oltre che spirituale. Nei rilievi e nelle statue che punteggiano le pareti, centinaia di volti, corpi, gesti ripetuti, si riconosce l’evoluzione di uno stile, dal respiro universale delle prime figure alla compostezza più intima delle successive.
Molti studiosi hanno notato come in quelle grotte si mescolino tratti stranieri e cinesi, una cronaca visiva della trasformazione di un impero, un laboratorio dove la fede diventa architettura.
Oggi nelle grotte s’incontrano silenzio e sabbia, e un senso di distanza che non è solo temporale, è la distanza tra chi scolpì per devozione e chi osserva per curiosità, tra la mano che credeva e lo sguardo che indaga.

7° giorno, domenica 31 maggio 2026: Datong > Hengshan > Yingxian > Pingyao
Pensione completa. Partenza per la visita del Tempio Sospeso di Hengshan (83 Km, 1h15’) e della Pagoda di legno Yingxian (59 Km, 1h). Nel pomeriggio proseguimento per Pingyao (338 Km, 4h), discesa in hotel e sistemazione nelle camere riservate. Cena tradizionale cinese in un ristorante nella Città Vecchia.
Hengshan. L’imperatore Tang Taizong lo definì una meraviglia che pende dall’aria. Il Tempio Sospeso di Hengshan sembra davvero il risultato di un patto tra l’uomo e la montagna, non poggia sul suolo, ma non vola, è incastonato nella roccia, sospeso su travi infisse nella parete, in bilico tra fede e gravità.
Anche spiritualmente il tempio vive d’equilibrio. Qui convivono Buddha, Confucio e Laozi, in un sincretismo che non è solo religioso ma culturale, espressione di un mondo che, pur attraversato da tensioni, ha cercato nella convivenza delle differenze la propria forma di saggezza.
Yingxian. Nel tempio di Fogong si trova la più grande e la più antica pagoda costruita interamente in legno, che risale al 1056. Per la costruzione della pagoda le maestranze utilizzarono 54 diversi tipi di incastri, ma nemmeno un solo chiodo.
La pagoda di legno di Yingxian, costruita nel XI secolo durante la dinastia Liao, è un poema di travi e pilastri, una delle strutture lignee più antiche e complesse della Cina. Alta quasi sessanta metri, sorge in un piccolo centro agricolo e da quasi mille anni resiste a terremoti, incendi, invasioni e restauri, senza mai essere stata distrutta o ricostruita. Il segreto sta in un sistema di incastri e travature che unisce solidità e flessibilità, una tecnica antica che consente al legno di muoversi e respirare con le stagioni.
Dall’esterno la pagoda sembra essere costituita da cinque piani ma l’interno ne rivela nove. Al centro del pian terreno si trova una grande statua di Buddha seduto.

8° giorno, lunedì 1° giugno 2026: Pingyao
Pensione completa. Mattinata dedicata alle visite di Pingyao con la Città Vecchia, l’antica banca di Rishengchang (la prima della Cina), l’antico ufficio del governatore, la strada Ming-Qing e le Mura della città. Dopo il pranzo in ristorante locale, pomeriggio a disposizione per le attività individuali.
Pingyao. Città che sembra aver trattenuto il ritmo lento delle dinastie Ming e Qing, quando era un centro mercantile vitale e la sede delle prime banche della Cina. A Pingyao nacquero le piaohao, le banche di cambiale, che permisero ai commercianti di spostare denaro lungo il paese senza rischiare il brigantaggio. Un’innovazione finanziaria che anticipò le moderne pratiche bancarie.
Con l’arrivo del Novecento, Pingyao perse la sua centralità e cadde in un lungo torpore, che finì per salvarla. Mentre altrove si demoliva e si costruiva, qui tutto restava fermo, fino a diventare testimonianza di un passato urbano ormai raro. Le mura di terra e mattoni, ancora intatte, racchiudono un tessuto urbano rimasto sorprendentemente coerente, vicoli stretti, cortili silenziosi, insegne di legno scolorite dal tempo, come una fotografia virata in seppia che eccezionalmente continua a respirare.

9° giorno, martedì 2 giugno 2026: Pingyao > Xian
Pensione completa. In mattinata trasferimento alla stazione in tempo utile per il treno ad alta velocità D2505 delle 8h40 per Xian. All’arrivo, previsto per le 11h50, dopo 2h27’ di viaggio. Pranzo e pomeriggio dedicato alla visita le antiche mu-ra di cinta e della Grande Moschea, interessante esempio di contaminazione tra lo stile islamico e quello cinese e del quartiere musulmano.
Xian. Città dove la storia cinese sembra aver lasciato impronte più profonde. Xian fu capitale di dinastie diverse e punto di partenza della Via della Seta, quando le carovane partivano da qui verso occidente portando seta, tè, spezie e idee. Ogni dinastia ha lasciato a Xian un segno, mura, pagode, iscrizioni, memorie di ambasciate e di mercanti venuti da lontano. La dinastia Qin, regnante a Xian nel III secolo a.C., la cui pronuncia è Cin, ha regalato al mondo occidentale il nome con cui il grande paese asiatico è conosciuto: Cina, sebbene, il nome cinese del paese siaè Zhongguo, la nazione centrale.
Nel periodo Tang, Xian, allora Changan, era una metropoli cosmopolita, tra le più popolose del mondo. Nelle sue strade convivevano religioni e lingue differenti, templi buddhisti, chiese nestoriane e moschee, segni di una Cina aperta e curiosa, che guardava al mondo con fiducia.
La guida Lonely PlanetTM include la fontana musicale nella piazza di fronte alla Grande Pagoda dell’Oca Selvatica tra le dieci più originali del mondo e la Grande Moschea di Xian tra le dieci più favolose del mondo.

10° giorno, mercoledì 3 giugno 2026: Xian > Lintong > Guilin
Prima colazione e pranzo.
In mattinata partenza per Lintong (40 Km, 1h) per la visita al celebre Esercito di Terracotta presso il Mausoleo di Qin Shi Huang-di, l’imperatore che unificò la Cina e governò l’intero Paese dal 221 al 210 a.C. Pranzo in ristorante locale. Nel pomeriggio trasferimento in aeroporto in tempo per il volo per Guilin. All’arrivo, discesa in hotel, sistemazione nelle camere riservate.
Esercito di terracotta. A Lintong, nella piana a est di Xian, il 29 marzo 1974, il contadino Yang Zhifa, durante lo scavo di un pozzo rinvenne il volto di un guerriero di terracotta, e dietro quel volto un intero esercito sepolto.
Il paese fu unificato per la prima volta nel III secolo a.C. dall’imperatore Qin Shihuang e dal suo nome, la cui pronuncia è Cin, divenne nota in Occidente la Cina. In previsione della sua morte, l’imperatore Qin Shihuang aveva fatto costruire un mondo sotterraneo per accompagnarlo nell’aldilà. Soldati, cavalli, carri, arcieri, ognuno con un volto diverso, così che la morte riflettesse la vita nei suoi dettagli più minuziosi.
Le fosse di Lintong non sono solo un prodigio archeologico, ma anche un ritratto politico, l’idea di un potere assoluto che ordina, organizza, replica. L’imperatore stesso non si mostrò mai, neppure nella sua tomba: al centro, sotto una collina artificiale, riposa ancora, circondato, dicono i testi antichi, da fiumi di mercurio e da un cielo di bronzo.

11° giorno, giovedì 4 giugno 2026: Guilin > Longsheng > Guilin
Pensione completa. Mattinata dedicata alla visita delle risaie terrazzate di Longli a Longsheng (103 Km, 2h15’) per l’escursione alle risaie disposte scenograficamente in terrazzamenti. Passeggiata in un villaggio di etnia Yao. Rientro a Guilin (111 Km, 2h30’) dove si visiterà una piantagione di tè, con degustazione.
Longsheng. Le risaie terrazzate di Longsheng, a circa 2 ore d’auto da Guilin, sono un’opera collettiva senza autore, costruita da generazioni anonime e silenziose.
I campi terrazzati, sono stati scavati durante la dinastia Ming, circa 500 anni fa, da comunità Yao e Zhuang, popoli che hanno trasformato un territorio aspro in una geometria di acqua e terra. I campi sono disposti lungo il pendio, dal fiume fino alla cima della montagna, con la parte più alta quasi mille metri di quota. La montagna risulta così divisa in strati d’acqua scintillanti sotto il sole in primavera, strati di verdi germogli di riso in estate, strati di riso dorato in autunno, e strati di brina argentea in inverno.

12° giorno, venerdì 5 giugno 2026: Guilin > Yangshuo > Guilin > Shanghai
Prima colazione e pranzo inclusi. Trasferimento a Yangshuo (73 Km, 1h30’) per una mini-crociera lungo il fiume Li. Durante la navigazione si potranno ammirare i magnifici scenari naturali che furono fonte di ispirazione per pittori e poeti di ogni epoca. Nel pomeriggio trasferimento all’aeroporto di Guilin (93 Km, 1h45’) in tempo utile per l’imbarco sul volo Junehao Airlines HO 1154 delle 17h25 per Shanghai. All’arrivo, previsto per le 20h20 dopo 2h55’ di volo, trasferimento in hotel e sistemazione nelle camere riservate.
Guilin. Città che vive del proprio paesaggio. Le colline carsiche che la circondano, emerse come guglie da un mare antico, sono state celebrate per secoli da poeti e pittori, fino a diventare quasi un’idea della Cina stessa.
Il fiume Li attraversa la città e la campagna come una traccia di serpente, scorrendo tra picchi e nebbie che cambiano forma a ogni stagione. Sulle sue rive sono cresciute leggende di funzionari in esilio e storie di poeti che cercavano sollievo nella quiete del paesaggio.
Yangshuo. Nella filosofia taoista del yin-yang Yang è l’elemento positivo, maschile e luminoso: Yang è il sole e Shuo il buio, la luna nuova. Yangshuo è un piccolo centro lungo il fiume Li, a valle di Guilin, qui le colline calcaree, si fanno più fitte e più vicine e formano una scenografia naturale che sembra muoversi tra la luce e il buio. Quando la nebbia sale dal fiume, il paesaggio scompare e ricomincia da capo, con il tempo che non scorre, ma galleggia.
In quest’area si trovano i villaggi di etnia Zhuang che mantengono intatte le loro tradizioni e costumi.

13° giorno, sabato 6 giugno 2026: Shanghai
Pensione completa. Intera giornata dedicata alle visite della città. In mattinata visita al Giardino del Mandarino Yu e passeggiata nella Città Vecchia. Pranzo in ristorante locale. Nel pomeriggio visita al Tempio del Buddha di Giada, famoso per le sue due preziose statue di Buddha di giada provenienti dalla Birmania. Proseguimento con la passeggiata nella Concessione Francese di Shanghai. Cena in hotel.
Shanghai. Il più importante centro finanziario e commerciale della Cina nacque come porto modesto sul delta dello Yangtze, tagliata in due dal fiume Huangpu, argine giallo, suo ultimo affluente di destra, che la divide in Puxi, argine occidentale e Pudong, argine orientale.
La città è diventata in meno di due secoli il laboratorio più audace della modernità cinese. Al termine la Guerra dell’Oppio, nel 1842, con la capitolazione di fronte alle potenze occidentali e al Giappone, alla Cina furono imposte le Concessioni, veri e propri insediamenti extraterritoriali sotto la giurisdizione dei Paesi vincitori, restituiti alla Cina solo dopo la II Guerra Mondiale.
Con le Concessioni Shanghai si aprì al mondo, un esperimento di globalizzazione forzata ante litteram, dove con inglesi, francesi e giapponesi convissero mercanti, avventurieri e rifugiati di ogni provenienza. Le strade della città riflessero presto queste due anime, l’ordine coloniale e il disordine creativo, anime che in qualche modo, continuano ancora a intrecciarsi nella Shanghai moderna.
Sul Bund, il lungofiume della Concessione Inglese orlato di palazzi art déco, intorno al mitico Peace Hotel, del 1929, dove folleggiavano i vip dell’epoca, da Douglas Fairbanks a Charlie Chaplin.
Dopo il 1949, il nuovo corso impose a Shanghai un anonimato purificatorio e l’industria pesante la rese grigia e disciplinata, finché, al cambiar del secolo, le riforme economiche la trasformarono di nuovo in un cantiere di vetro e acciaio. Oggi Shanghai è una capitale del possibile, dove i grattacieli che ne cambiano ogni anno il profilo convivono con i lilong, i vecchi vicoli dove la vita conserva la voce bassa dei cortili.
Dal Bund attraverso un kitschissimo sottopassaggio pedonale-tramviario si può passare sotto il fiume e andare a Pudong per una visita più ravvicinata alle bolle rosa dell’Oriental Pearl TV Tower, o al Cloud 9 caffè all’87° piano del grattacielo Jinmao, che sembra uscita da un fumetto di Gotham City, due edifici che marcano la silhouette di Lujiazui e dell’intera Shanghai.

14° giorno, domenica 7 giugno 2026: Shanghai > Suzhou > Tongli > Shanghai
Pensione completa. Mattinata dedicata alla visita di Sozhou (111 Km, 1h30’) con il Giardino del Maestro delle Reti e una passeggiata nella via Pingjiang. Nel pomeriggio visita di Tongli (32 Km, 45’) con il battello sui canali cittadini. Rientro a Shanghai (92 Km, 1h30’) per la cena.
Suzhou. Città costruita lungo il Fiume Azzurro, dove canali e giardini formano una grammatica di silenzi. La città è famosa per i ponti di pietra, le pagode e gli splendidi giardini costruiti durante le dinastie Ming e Qing, devastati durante l’invasione giapponese del 1937 e restaurati solo negli anni cinquanta.
Fondata più di duemilacinquecento anni con il nome di Helu, la città è considerata la culla della cultura Wu. Il nome attuale risale alla dinastia Sui, che regnò nel VI secolo.
Suzhou è stato un centro raffinato della cultura cinese, celebre per la seta, la calligrafia e l’arte del giardino, intesa non come ornamento ma come paesaggio ridotto alla dimensione domestica e dove ogni pietra, ogni ponte, ogni albero piegato dal tempo racconta un’idea di equilibrio tra natura e artificio.
Durante le dinastie Ming e Qing, Suzhou divenne rifugio di studiosi e funzionari in pensione, che vi costruirono giardini come autobiografie, luoghi pensati per la solitudine attiva, per leggere e per scrivere ascoltando il suono tenue dell’acqua che scorre lenta.
Tongli. Piccolo villaggio d’acqua, poco lontano da Suzhou, dove le case si specchiano nei canali e i ponti si rincorrono come in una frase senza punteggiatura. La sua struttura è rimasta quasi intatta dal periodo Ming, e camminandovi si ha la sensazione che il tempo si sia solo adagiato sulle superfici, sui mattoni umidi, sulle travi annerite, sulle porte che si aprono direttamente sull’acqua.
Un tempo era un borgo di studiosi e mercanti, e molti dei suoi giardini privati conservano ancora la misura raccolta di chi cercava equilibrio e non magnificenza.
Tongli è uno di quei luoghi che sembrano vivere in due dimensioni. una reale, fatta di gesti e di suoni, e un’altra sospesa, dove l’acqua riflette non solo le case ma anche la memoria di chi le ha abitate. Tongli si attraversa piano, come si attraversa un ricordo, tra il mercato del pesce, il rumore delle biciclette e le voci che rimbalzano tra i vicoli stretti.

15° giorno, lunedì 8 giugno 2026: Shanghai > Zhengzhou > Milano
Prima colazione. Trasferimento in aeroporto in tempo utile per l’imbarco sul volo Junehao Airlines HO 2071 delle 10h45 per Zhengzhou. All’arrivo, previsto alle 12h55 dopo 2h10’ di volo, coincidenza con il volo Junehao Airlines HO 1667 delle 15h00 per Milano. L’arrivo alla Malpensa previsto per le 20h15 locali dopo 11h15’ di volo.